Quanti di voi si sono chiesti come si dichiara il reddito derivante dall’affitto breve di un immobile a reddito? Tassazione IRPEF oppure cedolare secca.
Scopriamolo in questo nuovo articolo di Buytorent.
È importante che i proprietari che affittano un immobile con la modalità dell’affitto breve, analizzino attentamente la redditività del proprio immobile anche in relazione alla tassazione scelta, valutando così la bontà di un investimento.
Esistono due regimi fiscali per dichiarare il reddito derivante dagli affitti brevi.
La tassazione ai fini IRPEF del reddito e la tassazione con cedolare secca.
Bisogna considerare che se si affitta tramite un intermediario, come ad esempio un agente immobiliare che interviene nei pagamenti, è prevista l’applicazione di una ritenuta sulle imposte da versare del 21% che l’intermediario trattiene sul reddito da locazione e che versa per conto del proprietario.
Negli ultimi anni si è diffusa anche nel nostro paese la figura “property manager“, ovvero un soggetto che ha le competenze e le autorizzazioni necessarie per fungere da intermediario tra il proprietario e i clienti che usufruiranno del’immobile per brevi periodi.
Il property normalmente opera sottoscrivendo un mandato che gli permette di sottoscrivere il contratto di locazione breve. Questa operazione ha delle conseguenze ai fini fiscali.
Se l’intermediario interviene nella riscossione dei canoni di locazione è tenuto, come già detto, ad applicare una ritenuta di acconto del 21% sul canone di locazione lordo. La ritenuta funge da acconto sulle imposte da versare se si sceglie la tassazione IRPEF, mentre è un’imposta effettiva se si sceglie la cedolare secca.
Il property è tenuto a rilasciare una certificazione unica, al proprietario, documento necessario per la sua dichiarazione dei redditi.
Se il property invece non interviene nella riscossione dei canoni di locazione non dovrà versare nessuna ritenuta. Il canone di locazione passa direttamente dall’ospite al proprietario.
In questo caso il proprietario è obbligato entro il 30 giugno dell’anno successivo a comunicare i dati di tutti i contratti di locazione conclusi.
Inoltre i property manager, utilizzano dei modelli fiscali ottimizzati per caricare il 21% di cedolare secca sulla base imponibile della reale quota parte incassate dal proprietario e non sul totale che comprende invece anche spese come le pulizie e la percentuale richiesta dai portali online dove viene pubblicato l’annuncio. In questo modo si riesce realmente ad ottimizzare la procedura fiscale.
Ricordiamo che l’unico obbligo fiscale comune per tutti i proprietari in quanto possessori di redditi derivanti da locazione brevi, riguarda il codice identificativo dell’unità immobiliare.
Infatti, a partire dal 1° agosto 2019 tutti i proprietari di immobili destinati a locazioni brevi devono dotarsi di un codice identificativo alfanumerico che serve per aggiornare la banca dati degli immobili destinati a locazione turistica in Italia.